LA LOCANDINA DELLA MOSTRA DI SERGE UBERTI

LA LOCANDINA DELLA MOSTRA DI SERGE UBERTI
GRAFICA: studio grafico terrealte.org

I COSTRUTTORI DELLA BARCA

I COSTRUTTORI DELLA BARCA
FOTO:

EMMA FRA GLI ALBERI RITUALI

EMMA FRA GLI ALBERI RITUALI

copyright SERGE UBERTI' 2001

OMAGGIO A SERGE UBERTI BENVENUTI !















QUI TROVERETE IL CATALOGO ON LINE DELLA MOSTRA DI SCULTURE E PITTURA " COSTRUTTORI DI BARCHE" DELL'ARTISTA SERGE UBERTI AVVENUTA A L'AQUILA, NEL 2002, NELLO SPLENDIDO PALAZZO DRAGONETTI MESSO A DiSPOSIZIONE DALLA REGIONE ABRUZZO. LA MOSTRA E' STATA ORGANIZZATA DALL'ASSOCIAZIONE TERREALTE.org - L'AQUILA - ABRUZZO - ITALY - PRESENTAZIONE DI PAOLO COSTANTINO















venerdì 23 luglio 2021

martedì 22 ottobre 2019

RAW - MACHINA SCRIPTORIA - MOSTRA COLLETTIVA





MACHINA.SCRIPTORIA - TECNICA E CREATIVITÀ -
Quando l'unicità dell'arte incontra la serialità industriale.


Nell'ambito di Rome Art Week verrà presentata una rassegna di antiche macchine da scrivere operate da quindici artisti.
Gli interventi porteranno oggetti ormai desueti a nuova vita generando un mirabile connubio Arte e Tecnologia.
ARTISTI:
Dario BREVI - Tommaso CASCELLA - Bruno CECCOBELLI - CelsAuro CECCOBELLI - Angelo COLAGROSSI - Jakob de CHIRICO - Giorgio GOST - HECTOR & HECTOR - Paul KOSTABI - Massimo LUCCIOLI - Sara MAINO - Massimo SANSAVINI - SHU - SKIM - Serge UBERTI 











LUNEDI 21 OTTOBRE 2019 H. 16

PANCALDI CONTEMPORARY ARTE
VIA ANTONIO SERRA, 78 ROMA


giovedì 2 maggio 2019

VERNISSAGE MOSTRA SERGE UBERTI









INTRECCI D’ARTE E D’AMICIZIA
VIA DELLA LUNGARA 18

Inaugurazione GIOVEDì 9 maggio 2019, ore 18:30, e fino al 24 maggio
TEMPLE UNIVERSITY ROME
Lungotevere Arnaldo da Brescia 15

       Orario lunedi al venerdi dalle 10 alle 18

Disegni, sculture e dipinti di
Lucianella Cafagna, Andrea Fogli, Gianluigi Mattia, Serge Uberti
&
Hadeel Azeez, Giulia Cantisani, Marilù Eustachio, Elizabeth Frolet

e un video del musicista
Louis Siciliano (Aluei)

La mostra vuole presentare le opere dei 4 artisti (Uberti, Mattia, Fogli e Cafagna) che hanno per tanti anni vissuto ed operato a via della Lungara 18, e di altrettanti amici artisti che hanno frequentato spesso i loro studi e negli anni partecipato alle manifestazioni annuali di maggio in cui venivano aperti gli studi, con istallazioni sparse anche nel magnifico cortile verde, uno dei più belli del centro storico.

La mostra vuole essere anche un omaggio a Serge Uberti, prematuramente scomparso l’anno scorso, in particolare grazie ad un video musicale, “Concerto segreto”, che documenta una performance sonora di Louis Siciliano realizzata, in omaggio all’amico Uberti, il 24 giugno 2018
sotto Ponte Mazzini, a due passi dal cortile verde di via della Lungara.

Non si tratta di un gruppo omogeneo di artisti, bensì di percorsi indipendenti, ma vi è certo un fil rouge che lì accomuna: la dedizione ai mezzi cosiddetti “tradizionali” del disegno, della pittura e della scultura, e la ricerca di una immagine che sia anche racconto, poesia, se pur minimale, e costantemente aperta alla dimensione del simbolico e dell’immaginario.

Ognuno dei quattro artisti residenti in via della Lungara 18, aveva a suo tempo indicato un artista in particolare tra quelli che frequentavano i loro studi: Mattia ha invitato Giulia Cantisani che aveva per anni frequentato il suo studio come allieva, Fogli l’amica trasteverina Marilù Eustachio,
Uberti un’artista francese come lui, Elizabeth Frolet, anche lei per moltissimi anni trasteverina,
mentre Lucianella Cafagna ha invitato l’irachena Hadeel Azeez che spesso ospita a lavorare nel suo studio, da due anni si trasferito nella confinante Casa Internazionale della Donna.


Per ulteriori informazioni: shara.wasserman@gmail.com



giovedì 2 agosto 2018

OMAGGIO A SERGE 2 - TESTO DI PAOLO PANCALDI






Il "segno" di Serge Uberti
alla Biennale d'Arte Contemporanea di Viterbo

DA ORVIETO NEWS
TESTO DI PAOLO PANCALDI
GALLERISTA

SERGE UBERTI - L'ATELIER e L'ARCANO
Uomo d'oltralpe stabilitosi a Roma a termine di un cammino quasi da pellegrino che si concluderà nel suo eremo sito in un cortile di via della Lungara a due passi dal carcere di Regina Coeli. L'Atelier come recita la scritta bianca che campeggia sulla sua porta verde. Autodidatta proveniente da un'esperienza lavorativa a contatto con giovani ed artisti che lo ha portato ad essere confidente con l'ambiente degli studi di pittori e scultori, decide di allontanarsi per misurarsi con se stesso, le sue idee, il suo potenziale artistico senza retaggi ed influenze. Questo suo pellegrinare sarà modus operandi anche nel suo fare arte.
Esso è espressione di vita vissuta che si snoda come un racconto dipinto in un libro dove non è dato a sapere numero di pagine e finale. Diceva lui stesso in alcune interviste, commentando il percorso della sua vita artistica “...a rivedere il mio lavoro dagli inizi sembra che le cose siano scorrelate, invece sono tutte legate da un filo conduttore che ci porta sino ad oggi ... sono come tanti fogli sciolti di una storia che si intreccia e si compone in un libro ... il lavoro misurato in un tempo breve diventa sequenza pertinente del racconto passato e di quello in divenire... ho la visione delle cose che sono sospese come in una moderna tavola multimediale, mi circondano per poi rivederle tutte compattate una su l'altra.”
In genere gli artisti indirizzano le loro ricerche verso nuove tecniche, rivisitano e dipingono cose note, per proporre meramente il loro modo di dipingere oppure operano nella contaminazione tra le arti come nei materiali, altri si cimentano in racconti tra surreale e fumettistico - favolistico, altri ancora sono impegnati nel sociale e nella occulta denuncia delle implicazioni del contemporaneo. Uberti diversamente ha sempre dichiarato che la via del pittore è il susseguirsi del lavoro e delle modificazioni che in esso nascono spontanee giorno dopo giorno, opera dopo opera e sarà il caso ad incidere su tale percorso.
Il lungo cammino lo definiva, come uno dei suoi cicli di opere considerate centrali nella sua poetica. La narrazione di Uberti è compiuta in stile Kafkiano, fedele ad esso ad alle sue metamorfosi. Chiuso nel suo eremo ha sempre evitato lo studio ed il confronto con altri artisti per emarginare la possibilità di una qualsivoglia possibile interazione con il proprio cammino e mantenerlo puro nella sua evoluzione. Le primordiali forme dei "cabatei" verranno rapidamente compenetrate da una forma rettilinea quasi geometrica di una sorta di "sedia" a tre gambe che lentamente diventeranno un "centauro". Sedie e centauri daranno vita ad una serie infinita di sculture che lo accompagneranno fino a tempi recentissimi.
Parallelamente l'evoluzione del racconto del centauro lo incarnerà via via in un "costruttore" piuttosto che in un "guardiano". Personaggi che ruoteranno attorno ad un'altra figura fondamentale per Serge, la "barca" di Kafkiana memoria. La barca appunto, oggetto principe nelle sue storie, nelle sue sculture e soprattutto nelle sue installazioni, e che darà il tempo, anzi il non tempo di Serge Uberti. Vero Caronte traghettatore, da e per una riva ignota e non visibile, in un oceano infinito senza coordinate, il navigare è un atto di fede! La sua epoca è spesa sì tra noi nel nostro tempo ma essa è di fatto, senza un riferimento cronologico rispetto al tempo dell'arte unico esempio che si possa ricordare di lavoro unico e proprio, diverso e riconoscibile senza nessuna possibilità di accostamenti e di rilettura, unico sia nella tecnica che nelle cromie oltre che nella materia, nascita e morte di un giorno, di un mese, con l'anno superfluo!
Opere che toccano nella trasversalità ma che non si contaminano sempre a cavallo di un altro dei confini dell'arte, il punto di incrocio piuttosto che di confine delle dimensioni. E' stato un pittore ed uno scultore, quanto uno scultore non pittore ed un pittore non scultore. La banalità delle parole nascondono e non dichiarano quanto i suoi lavori su tela e tavola sono tangibilmente sofferenti di una terza dimensione come le sue sculture siano immancabilmente carenti proiettandosi verso una bidimensionalità prospettica. Pittoscultore forse è la definizione più canonicamente vicina ad Uberti ma senza rendergli sufficientemente merito e giustizia. Giacometti insegna definendosi un falso pittore come un falso scultore. Questo stato certamente è ed è stato monito ed esempio per Serge, alle prese con lo stesso dilemma, riuscendo a colmare il divario esorcizandolo, contaminando le dimensioni.
L'uomo è solo dinnanzi a se stesso ed il rapporto con la mente, la spiritualità e la materia genera un perenne conflitto senza vincitori e vinti. Per Uberti le vie non sono alternative ma devono essere comunque tutte ben presenti e forse, nessuna prevale sull'altra!
Rileggendo il suo cammino a seguire il 1991, forse è possibile trovare una chiave di lettura che possa aprire un varco su quanto anzidetto, una sorta di lampadina che potrebbe illuminare la strada verso una nuova e diversa interpretazione di un pensiero recondito e mai apertamente dichiarato. Uberti si sentiva intimamente legato al tempo degli Etruschi, questo derivava dalla scoperta di una ex tomba in un territorio limitrofo al Viterbese divenuta nel tempo magazzino rurale e ricovero notturno di greggi. Bene, in questa tomba a forma quasi quadrata trovò dei segni che ricordavano quelli delle sue primissime opere.
Il rapporto con questo ritrovamento lo portò a creare su quel terreno una dimora studio vissuta intensamente. Il perimetro di quella grotta è riportato ossessivamente nella quasi totalità della sua opera quasi piede di appoggio del suo creato, tutto fuoriesce ma fermamente tutto è li posato, tutto è proiettato senza un punto cardinale ma il fulcro resta all'interno del perimetro, mai le proiezioni baricentriche delle opere fuoriescono da quella pianta. Lui è lì e, forse, se la ride di questa osservazione sbeffeggiandoci sapendo che la chiave di lettura sarà per sempre in altrove assieme a lui. L'arcano resta e così deve essere, il mistero dell'arte è anche questo. Tutto è molto più complesso di quanto non si possa semplicemente liquidare!





mercoledì 20 giugno 2018

OMAGGIO A SERGE - ORVIETO 2018


V Biennale d’Arte Contemporanea di Viterbo
Presidente e Direttore Artistico Laura Lucibello

Sezione di ORVIETO

a cura di Isaco Praxolu
Coordinatori
Davide Sarchioni
Sara Spaccino
8 giugno – 30 settembre 2018

Omaggio a Serge Uberti

in collaborazione con 
PAOLO PANCALDI


Sedi: 
Pozzo della Cava, Via della Cava 28
Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto – Palazzo Coelli, Piazza Febei 3




POZZO DELLA CAVA












SEDE CASSA DI RISPARMIO







giovedì 3 maggio 2018

OMAGGIO A SERGE




IL DUE MAGGIO ABBIAMO PERSO L'AMICO SERGE, GRANDE ARTISTA E FONDATORE DI TERREALTE.org ASSOCIAZIONE DI CUI E' STATO GRANDE AMICO E CONSIGLIERE


foto riccardo conti
SERGE UBERTI 2017


IN OMAGGIO  ALLA SUA MEMORIA ORGANIZZEREMO QUALCHE COSA DI GRANDE

CIAO SERGE

9 maggio 2018

un bellissimo omaggio a serge a via della lungara

VIDEOINTERVISTA A SERGE DI TIZIANA QUATTRUCCI

OPPURE:
VIMEO VIDEO DI SERGE





foto r. conti

nel cortiletto




serge open house 2017



L'OPEN HOUSE 2017


SERGE UBERTI SU YOUTUBE



IL NINFEO CON UNA SCULTURA DI SERGE

FOTO R. CONTI

IL CORTILE DI VIA DELLA LUNGARA


PROIETTATO IL VIDEO SU SERGE E L'AUTRICE



AMICI ED ESTIMATORI DI SERGE NEL CORTILE


L'ATELIER DI SERGE 9 GIUGNO 2018


IL CORTILETTO


FOTO R. CONTI


L'ATELIER



mercoledì 24 maggio 2017

OPEN HOUSE 2017 - MOSTRA SERGE UBERTI - IL DIO VENDICATORE



ALCUNE FOTO DELL'OPEN HOUSE 2017

IL DIO VENDICATORE



FOTO R. CONTI

VISITATORI E GUIDE


UNA SCULTURA DI GIULIANO GEMMA

FOTO R. CONTI



FOTO R.CONTI















FOTO R. CONTI








GIUSY CAMERINI IN VISITA ALLA MOSTRA DI SERGE





FOTO R. CONTI